Concorso: “FestArte”

25 luglio 2006

festarte

 Concorso

per Curatori d’Arte, Network Artistici, Direttori Creativi

FestArte sta sempre più contribuendo alla promozione ed allo sviluppo artistico e curatoriale:

  • per qualità e varietà degli eventi proposti da curatori e network artistici
  • per l’attenzione sempre più importante e crescente che i media ci dedicano
  • per aver avvicinato all’arte anche un pubblico di “non addetti ai lavori”
  • per i riconoscimenti ottenuti, da istituzioni come: Provincia di Roma, Federculture, Assoartisti, Accademia di Belle Arti di Roma, Municipio Roma XI. Per i partner: Next Exit creatività e lavoro, LOSINGTODAY, CTS, ATAC. Per i media partner, go.card… e …ancora…

Per la sua IV edizione valorizzeremo NUOVI PROGETTI capaci di lasciare un segno.

Se credi che l’arte sia/trasformazione e movimento e/non debba necessariamente/essere chiusa in musei e gallerie/Se il tuo sguardo è rivolto al futuro, proponiti e promuoviti con FestArte

  • Regolamento e scheda sono qui sotto in allegato
  • Il curatore/i dovrà compilare la scheda. Qualunque genere artistico è ammesso purché risponda al concept

Ricorda però che FestArte è: interattiva. Da noi il rapporto con il pubblico è vincente!!!

  • Invia la scheda e allega immagini digitali (max. 300 DPI ciascuna) a info@festarte.it
  • Il materiale video va spedito ad Ass. Cult. FestArte – Via dei Lincei,101 (Pal.B in.8) 00147 Roma – http://www.festarte.it – infoline 339.3800603

Maggiori info e bando sul sito Festarte www.festarte.it

“MAESTRO DI TEATRI FRA LORO LONTANI”

(di Claudio Meldolesi*)

 

Leo de Berardinis

 Leone de Berardinis, in arte Leo, ha continuato a distinguersi nel nostro tempo : nessun altro è giunto a fare di un’esperienza incondizionata dell’arte, come la sua, una sintesi di depurati valori socio-culturali.

Cosa che può dirsi delle sue stesse aggressive improvvisazioni degli anni ’70, anche se è stata la successiva levità nel rimanifestare mondi e azioni a rivelarsi essenzialmente lirica e di rottura non solo contingente.

“Unica” ha detto di recente la sua presenza nel teatro italiano Sanguineti, e si è indotti a precisare che, per questa via, egli è naturalmente divenuto un attore oltre la recitazione stessa : della scrittura, della regia, della luce, della musica, in ogni spettacolo.

Ciò non vuol dire che si debba considerare il più grande artista della nostra scena, ma certo quello che più ha scavato e unito intorno a sè fino a rimanifestare in sintonia varie esperienze dell’arte, perchè esistessero ancora fra gli uomini: senza cedere a involuzioni come quella del De Chirico postmetafisico, quando ritornato a misurarsi con canoniche procedure.

Da creatore ubiquo lo abbiamo così visto coniugare con Shakespeare bellezze di Mozart, Joyce, Caravaggio, di Dante e della Bibbia, lasciando uno spazio vitale a controcanti alla Totò.

Tanto che ha potuto fare del contrasto e dell’incursione di vita un fattore di costitutiva indipendenza dagli stessi suoi iniziatori alla scena, da Eduardo come da Carmelo Bene, quarant’anni or sono.

Da allora, a ben vedere, Leo è proceduto per conquiste interartistiche e sperimentazioni capaci di coniugare forma e vita anche da refrattario, come d’avanguardia è restato il suo gestus, pur meno esplicito, negli ultimi anni.

Il tras-ri-formismo degli ani ’70 lo ha indotto a una maturità poetica altra da quella cercata nel tempo delle perdite, bisognose di memoria.

E, comunque, egli ha continuato a coltivare anche il rischio nelle sue ricerche sapendo di dover giuocare con esse per raggiungere forme povere ed essenziali contrasti.

La fisica stessa ha studiato per giungere i disequilibri necessari al suo esserci scenico come per resistere agl’immediati rispecchiamenti del sociale.

Ma si dovrebbero cancellare i “per” e i “perciò” da questo scritto vivendo di affioramenti le sue creazioni, pur socialmente vive.

Quanto abbiamo detto sulla sua levità, il suo agire fra le arti e il suo bios d’avanguardia, non è scindibile da questa disposizione all’affioramento, che lo ha portato ad agire da attore artista, la figura teatrale creata dalla Duse e specificata, prima di lui, dai suoi iniziatori sopra richiamati.

Può farsi infatti artista, oggi, solo l’attore che fa mondo oltre le divisioni del lavoro teatrale.

Ed è stata la conseguente visione infinita dell’esito teatrale a coinvolgerlo nell’arte di Sanjukta Panigrahi come a fargli riscoprire la permanenza dei Giganti della montagna pirandelliani e rilanciare la sua vocazione pedagogica, quale ambito di applicazione dell’arte esercitata.

Nell’arduo combattimento vitale che sta ora realizzando si è però portati a pensarlo di tanto in tanto alleviato da reminiscenze di Shakespeare e Totò, quali artisti delle fragilità irriducibile e della capacità di rimanifestare le apparizioni, a dispetto del reale supposto.

Chi può misurare gli impulsi primari di Leo?

Si pensi a quanti artisti ha aiutato prospettando maggiori possibilità; e si pensi alla serenità delle sue prove.

Nessun altro regista ho visto orientare gli attori manifestando loro fiducia e distanza maieutica.

Nessun altro, ho visto, dotato della sua capacità di rivalorizzare magicamente il vissuto, rivolgendosi all’uno come era stato agli inizi, un portatore di differenze pugliesi, e all’altro da esploratore del preconscio, con la mai dimenticata Perla Peragallo e con Charlie Parker.

E poichè di scoperte e innamoramenti transitivi si è poi ancora nutrita l’arte sempre desta di Leo, anche gli anni delle riappropriazioni di Marigliano hanno acquisito per certi altri suoi attori il peso di un’età dell’oro, condivisibile ancora.

La stessa ultima e schiva ricerca dei gruppi si è a lui rifatta, specie per la maestria nell’essenzializzare la forma guida degli spettacoli; e sia sul versante degli scavi ulteriori nel tragico e nel meraviglioso sia su quello delle sintonie mentali.

Le quali sono state preziose anche per le perlustrazioni dell’antico di vari storici del teatro stessi.

La sapienza raggiunta da Leo colpisce perchè conquistata di persona.

Sull’alcolismo stesso è prevalsa…

Non si è limitato a entrare nella vita con l’esperienza del teatro: il suo esercizio della scena senza confini ha aiutato molti a capirsi come uomini e come artisti, essendo disposto anche a confrontarsi in solitudine con un gruppo di jazz freddo.

Un imprevisto umanesimo ha suscitato, con Amleto, Totò e a mani nude con la straordinaria sua scuola di attori e tecnici educato all’arte.

Così la sua globale arte scenica ha rilanciato l’idea del goethiano Wilhelm Maister, del teatro come spazio degli incontri con le dimensioni oscure della vita e di rilancio delle disposizioni d’artista, sullo sfondo di quelle collettive.

Bologna, ottobre 2002

*storico del teatro e accademico dei Lincei

Concorso: “Viaggio”

17 luglio 2006

 

La carlorendanoassociation ha deciso di intraprendere una nuova avventura.

Nell’autunno 2006 avrà luogo la prima edizione dell’evento “VIAGGIO”.
Le esperienze trascorse ed il background hanno fatto sì che l’attività dell’associazione si evolvesse in qualcosa di legato all’espressione artistica.

Il progetto “VIAGGIO” è nato come naturale evoluzione di “Napoli da Lontano” dove, dai confronti che abbiamo realizzato fra autorità della cultura napoletana che lavorano a Napoli ed i loro omologhi che lavorano fuori, sono emersi con chiarezza alcuni segnali che ne hanno incoraggiato un approfondimento.

Napoli è una città che abbandona molto spesso chi parte, rendendo semplice la partenza ma sempre più difficile il rientro, si creano inoltre poche occasioni per mettere a frutto o trasmettere l’esperienza maturata altrove.

L’evento “VIAGGIO” sarà il risultato di una ricerca ed una selezione di artisti campani, in Italia e nel mondo. L’obiettivo di “VIAGGIO” è di valorizzare l’opera degli artisti emergenti selezionati, dando loro la possibilità di mettersi in mostra, oltre che a Napoli, anche a Milano ed all’estero.

Questo per far conoscere Napoli e la Campania attraverso i fermenti culturali contemporanei e non solo attraverso la cultura classica ormai ben nota nel mondo.
L’evento sarà articolato nelle nostre tre sedi:
Trip – Via Martucci, 64 (Piazza Amedeo) – Napoli.
Lanificio 25 – Piazza Enrico De Nicola, 46 (Porta Capuana) – Napoli.
Dulzotica – Via Ascanio Sforza, 15 (Naviglio Pavese) – Milano.

http://www.cra.na.it/viaggio.htm

da non perdere

8 luglio 2006

dal 2 al 6 agosto 2006

malatheatre sarà ospite al festivalTroiaTeatro www.troiateatro.com

con lo spettacolo “La Conversione di un cavallo”

… a suivre…

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