TEATRO STABILE DI STRADA®

 

Quarta stanzialità

Dopo la prima (3-17 luglio 2006 – Torino), la seconda (29-31 luglio 2006 – Chieri – TO) e la terza (25-27 agosto 2006 – Montelupone – MC), la Compagnia Il Barrito degli Angeli-Marco Gobetti vara la quarta stanzialità di TEATRO STABILE DI STRADA®.
Per 3 giorni, da sabato 30 settembre a lunedì 2 ottobre 2006, tutte le sere alle ore 21.00 in piazza Rossetti, davanti all’abside del Duomo di San Lorenzo ad Alba (CN), verrà replicato lo spettacolo “VOGLIO UN PAPPAGALLO – Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo”.
Per arrivare al luogo dello spettacolo, vd. mappa
Il pubblico potrà versare un’offerta a piacere, non obbligatoria, nel cappello di fronte alla zona scenica.

Informazioni sullo spettacolo alla pagina: http://www.ilbarrito.it/vogliounpappagallo.htm
Informazioni sul progetto TEATRO STABILE DI STRADA® alla pagina: http://www.ilbarrito.it/teatrostabiledistrada.htm

Nei medesimi giorni ad Alba si inaugurerà la 76a Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba (dal 30 settembre al 5 novembre 2006 – http://www.fieradeltartufo.org – programma dettagliato: http://www.fieradeltartufo.org/calendario.htm): segnaliamo anche con piacere che, proprio nell’ambito della Fiera, in piazza Rossetti (dove alla sera avverrà TEATRO STABILE DI STRADA®) durante il giorno avrà luogo il Mercato delle Erbe (1-15 Ottobre).

Invitiamo i Comuni interessati ad ospitare una stanzialità secondo il principio di un mecenatismo illuminato e non sperperante (vitto e alloggio o solo alloggio all’attore), a contattare il n° 339.4801713 o scrivere via e-mail all’indirizzo marco.gobetti@ilbarrito.it

Ringraziamo gli spettatori che hanno sinora partecipato e tutti coloro che saranno presenti alle repliche di questa quarta stanzialità.
Un ringraziamento va pure al Comune di Montelupone che, per primo in Italia, ha sposato in toto lo spirito del progetto, garantendo vitto e alloggio all’attore e mettendo persino a disposizione le attrezzature dei propri uffici per stampare i volantini relativi alla stanzialità; l’attore desidera poi manifestare particolare gratitudine alla signora Ernesta, abitante di Montelupone, che ha messo a disposizione un proprio locale per ospitare la scenografia di TEATRO STABILE DI STRADA® durante la stanzialità.

Qui di seguito riportiamo la descrizione dettagliata del progetto TEATRO STABILE DI STRADA®, una rassegna stampa e i commenti del pubblico.

 

TEATRO STABILE DI STRADA®: pensiero, mezzi e scopi

TEATRO STABILE DI STRADA® si fonda su una stanzialità frazionata, mai definitiva e in continua ricostituzione nel territorio; tale mobile stanzialità viene esercitata in strada.

TEATRO STABILE DI STRADA® avviene ogni qual volta la Compagnia replica uno spettacolo in strada e a cappello nei modi seguenti:

– nello stesso luogo

– alla stessa ora

– per più di due giorni consecutivi

Ogni spostamento e ricostituzione di TEATRO STABILE DI STRADA® sono segnalate per via telematica (internet e e-mail) al potenziale pubblico e agli organi di informazione.

Per la Compagnia TEATRO STABILE DI STRADA® è mezzo utile ad aggirare quei meccanismi e quelle strutture che limitano l’esercizio dell’attività dell’attore e la partecipazione del pubblico agli spettacoli.

La Compagnia in questo modo intende contaminare il sistema teatrale.

All’offerta commerciale dei propri spettacoli presso i circuiti esistenti, la Compagnia affianca insomma la replica auto-gestita dei medesimi spettacoli per la strada, secondo il principio della stanzialità frazionata.

L’attore di TEATRO STABILE DI STRADA® vive dei soldi ricavati a cappello e dell’eventuale ospitalità da parte del Comune in cui va a fare spettacolo.

Per esistere TEATRO STABILE DI STRADA® chiede quindi ai Comuni un aiuto essenziale, nello spirito di un mecenatismo illuminato, non sperperante e dedicato a un teatro che risponda innanzitutto al bisogno forte degli uomini che lo fanno (attori e pubblico).

In mancanza di ospitalità (vitto e alloggio o solo alloggio) da parte del Comune, l’attore replicherà lo spettacolo per i giorni di sopravvivenza: cioè per tanti giorni quanti riuscirà a mantenersi con i soldi ricavati a cappello nella stanzialità in atto o residui della stanzialità precedente. Prima di superare detto limite, si sposterà.

L’attore della Compagnia opera artigianalmente nella preparazione dello spettacolo, cercando di plasmare una forma semplice, elastica, viva e modificabile, adatta ad accogliere gli uomini che trovandosi per strada in un determinato luogo lo faranno esistere una replica dopo l’altra. Essendo egli stesso uno di quegli uomini ed essendo gli altri uomini gli spettatori di ogni stanzialità frazionata, la permanenza in ogni Comune in cui TEATRO STABILE DI STRADA® avverrà, sarà mezzo irrinunciabile affinché l’attore conosca il pubblico, la sua vita, i suoi luoghi e la sua cultura. Sarà stimolo per l’attore a non dimenticare mai di essere innanzitutto un uomo e che ogni spettacolo che fa è un pezzo della sua vita vissuto pienamente con altri uomini.

L’auspicio è dunque che la stanzialità frazionata arricchisca l’immaginario, la memoria e la cultura dell’attore e che la strada favorisca l’incontro libero e imprevedibile con il pubblico: lo spettacolo anziché prodotto sarà così avvenimento e anziché fruizione sarà per il pubblico esperienza.

Con TEATRO STABILE DI STRADA® la Compagnia ribadisce quindi, perfezionandola, la propria vocazione ad una drammaturgia e un teatro compresenti, mobili e basati sul confronto costante fra attore, spazi e pubblici diversi, di un teatro che sia vita e rivolta piuttosto che sterile rappresentazione. In questo senso vi è totale coincidenza con i principi che ispirarono alla Compagnia il progetto Quel suono del mosto che bolle. Principi così sintetizzabili: “[…] Per una drammaturgia e per un teatro fortemente radicati sul territorio. Per un teatro che però sia non geografico ma geopratico e che evocando e rivelando miri a rivolgersi, per forma ed argomenti, alla gente che sul territorio vive: all’operaio come allo studente, all’agricoltore, al pensionato, all’impiegato, all’insegnante, alla casalinga, alle persone. Un teatro che utilizzi la memoria come strumento di libertà e che attinga al presente come tempo in cui vivere e fare accadere, lottando per sognare e pensare: un teatro che trovi i suoi temi forti nell’epoca in cui avviene (l’informatica, i politici, la televisione, le guerre…), accostandoli con determinazione ai temi eterni, bagaglio di ogni uomo (l’amore, la morte, il sogno, il coraggio…). Per un teatro popolare nell’accezione meno restrittiva e più corretta del termine, quella che espresse Jean Vilar in un passo di quel “documento memorabile” – così la definì Gian Renzo Morteo citandola nel suo IL TEATRO POPOLARE IN FRANCIA – che fu l’intervista da lui rilasciata al mensile Bref nel 1955: “Per me, teatro popolare significa teatro universale” (dalla scheda relativa al progetto Quel suono del mosto che bolle, consultabile sul sito della Compagnia).

Per la scelta delle stanzialità di TEATRO STABILE DI STRADA® la Compagnia accetterà di buon grado inviti da parte dei Comuni interessati.

Rassegna stampa

Nasce ufficialmente a Torino il primo Teatro Stabile di Strada, con tanto di marchio registrato. Lo ha inventato l’ attore Marco Gobetti del gruppo Il Barrito degli Angeli.
E’ un modo originale per contrapporsi ai circuiti spesso chiusi del teatro tradizionale, affermando la propria voglia di fare teatro. Nonostante il concetto della stanzialità per un arte mobile per eccellenza possa sembrare contraddittorio, qui regole precise avallano la sincerità del nome.
La stabilità consiste nello stesso luogo, stessa ora, per più giorni consecutivi. Non c’é biglietto d’ingresso, solo offerte libere a cappello.Prima apparizione dal 3 al 17 luglio: tutte le sere alle 22 presso il numero civico 2 di Piazza San Giovanni sarà replicato il monologo "Voglio un pappagallo: il prezzo della vita di un uomo".
E’ un testo di prosa che dura un’ora, surreale vicenda di una fuga alla ricerca delle proprie radici: ha un’impianto scenico ovviamente semplice, telo nero sul fondale, due luci, un attaccapanni ed una sedia. E’ però un racconto avvincente e ben recitato: Marco Gobetti lo ha già presentato in spazi teatrali come l’Officina Caos alle Vallette.
Questo progetto andrà in tournée, se altri comuni vorranno ospitarlo, in un’ottica di antico mecenatismo, offrendo all’interprete vitto e alloggio o solo alloggio. L’ attore continuerà a replicare fino a quando gli introiti gli consentiranno di sopravvivere, poi si sposterà in altre piazze.

http://www.teatro.org, 16 giugno 2006

 

Un’idea che sembra così semplice da far impallidire la scoperta dell’acqua calda, e al tempo stesso così interessante, centrata su propositi reali di attenzione culturale e passione teatrale da non potere passare inosservata. L’inizio è di quelli comuni, invio di una e-mail con la presentazione di un progetto, perché il fatto che la notizia circoli è parte essenziale: al pubblico, ai Comuni del Piemonte, agli organi di informazione la compagnia "Il Barrito degli Angeli-Marco Gobetti" fa sapere che nasce il "Teatro Stabile di Strada".
Un marchio registrato, e questo sarà probabilmente l’unico atto ufficiale di una forma nuova di contaminazione del sistema teatrale, un’avventura che non va tradotta come ennesima esperienza di "teatro di strada", bensì di "teatro per la strada". Ecco l’originalità, la ricerca di stanzialità generata dal nomadismo artistico, perché Marco Gobetti, attore che vive facendo il suo mestiere sui palcoscenici italiani con una compagnia di Ascoli e non solo, ha avuto voglia di immaginare una condizione diversa, anche politica, di vivere il teatro: offrire lo spettacolo alle città, chiedere ospitalità se la piazza è distante da Torino, e in qualunque modo essere "stabile" fin dove il ricavato economico a cappello lo permette.
"Un teatro artigianale, semplificato" spiega, "che evita i meccanismi della distribuzione, i costi produttivi". La filosofia è anche più profonda, insegue un teatro popolare con l’esigenza di recuperare il rapporto con il pubblico: "Per strada lo spettatore si ferma oppure se ne va, può non offrire nulla o molto, nella totale libertà".
Il Teatro Stabile di Gobetti viene varato con la prima stanzialità di 15 giorni, da lunedì 3 al 17 luglio, in piazza san Giovanni, a fianco del Duomo, lì tutte le sere alle 22 il pubblico potrà assistere allo spettacolo "Voglio un pappagallo", monologo già rodato nei teatri torinesi ma che ben si adatta a una rappresentazione per strada: a Torino, occupando uno spazio di due metri per due e con uno spettacolo non superiore a un’ora non c’è necessità di permessi né pagamento del suolo pubblico. Solo dopo queste prime due settimane la compagnia deciderà il proseguimento della "tournèe", e intanto la bella stagione aiuta.

Tiziana Platzer Torinosette – La Stampa, 30 giugno 2006

Innesca una ridente rivoluzione Marco Gobetti del Barrito degli Angeli, che replica da oggi al 17 luglio, alle 22 in piazza San Giovanni 2, Voglio un pappagallo. Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo. Libertaria è la cornice, perché il monologo è parte attiva del primo consapevole progetto mondiale di "Teatro stabile di strada": all’aperto, nello stesso luogo, alla stessa ora, per più giorni, con eventuale compenso a cappello. La compagnia opera nei circuiti commerciali esistenti e questo bel testo, surreale, avvincente, popolare, è stato già presentato al chiuso; le prossime rappresentazioni autogestite dimostrano l’urgenza di un teatro possibile anche al di fuori di contesti protetti e finanziati. Il professionismo non passa solo attraverso i contributi. Il "Teatro stabile di strada" resiste grazie alle offerte libere e all’eventuale ospitalità dei Comuni, in un’ottica di mecenatismo illuminato. Una stanzialità frazionata sul territorio, favorendo l’incontro imprevedibile con il pubblico e rendendo lo spettacolo avvenimento e non prodotto. Il lavoro è semplice, dura un’ora, ha un telo nero per fondale, una sedia, una camicia e un attaccapanni, molti personaggi incarnati tutti dall’autore ed interprete, Marco Gobetti, che dopo Torino stazionerà in altre piazze. Info 339.4801713, http://www.ilbarrito.it […]

Maura Sesia La Repubblica, 3 luglio 2006

Ha debuttato ieri – ma lo ritroverete ogni sera, alle 22 fino al 17 luglio in piazza san Giovanni (di fianco al Duomo) – lo spettacolo Voglio un pappagallo – Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo presentato dalla compagnia "Il Barrito degli Angeli-Marco Gobetti" nell’ambito del progetto "Teatro Stabile di Strada®". E’ originale e inedita, la formula utilizzata da "Teatro Stabile di Strada®": si fonda su una "stanzialità frazionata". In altre parole, la compagnia dà appuntamento sempre sulla strada, nello stesso luogo, alla stessa ora per più giorni, riuscendo da un lato a creare una sorta di instabile teatro stabile, dall’altro ad aggirare quei meccanismi e quelle strutture che limitano l’esercizio dell’attività dell’attore e la partecipazione del pubblico agli spettacoli. P.zza San Giovanni, di fianco al Duomo, fino al 17/07, alle 22, offerta libera.

S. Schiva City, 4 luglio 2006

In seguito al grande successo recentemente ottenuto in piazza San Giovanni a Torino arriva anche a Chieri il teatro stabile di strada di Marco Gobetti.
Il suo spettacolo “Voglio un pappagallo – Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo” andrà in scena sabato, domenica e lunedì sul sagrato della chiesa di san Giorgio alle 21.30.
L’evento sarà gratuito ma, come vuole la tradizione di questo tipo di performance, chi vorrà potrà lasciare un’offerta a piacere nel cappello per l’artista.
“Dopo le esibizioni torinesi ho scelto di recitare qui per confrontarmi con una realtà diversa, in uno scenario ricco di chiese di grande valore architettonico – spiega l’attore, che recita anche nella compagnia Il Barrito degli Angeli -. La stessa chiesa di San Giorgio, che sorge su una rocca nel bel mezzo della città, è un particolare caratteristico che, accompagnato da uno spettacolo teatrale fuori dagli schemi, può fare conoscere una nuova Chieri anche agli abitanti”.
Per quanto riguarda la rappresentazione, si tratta di un monologo che racconta la storia e l’avventura di un uomo, assumendo tratti noir, rosa ed elementi tipici del giallo e tiene in serbo per il pubblico una rivelazione finale.
Da tempo presente sul palcoscenico, il regista ha voluto adattarlo, semplificandone la scenografia e riducendo allo stretto indispensabile le attrezzature in modo da azzerare i costi e per poterlo mettere in scena anche in piazza.
La novità introdotta da questa modifica fa sì che vi sia una libertà totale da parte della gente, che sceglie come mettersi in relazione con ciò che vede, decide di andarsene quando vuole e soprattutto può partecipare attivamente. In questo modo anche l’attore può modificare il copione, la trama o lo stile seguendo la reazione del pubblico. Così, durante le tre serate si potrà guardare lo stesso spettacolo arrangiato diversamente a seconda della situazione. Lo scopo del teatro di strada è quello di creare un vero e proprio rapporto di arricchimento reciproco tra chi recita e chi assiste, giungendo ad una forma di messinscena popolare che Gobetti considera un’apertura totale, una circolazione di energie o più semplicemente un’avventura.
“Amo definire povero il mio teatro, capace di essere poetico e di proporsi a misura d’uomo; spero che la gente non veda le mie esibizioni come dei prodotti da consumare ma come delle importanti occasioni di divertimento, per essere parte integrante di ciò che hanno davanti ai loro occhi”.

Corriere di Chieri, 28 luglio 2006

“Insostituibile alternativa per chi vuole andare a teatro ed ha dei bimbi piccoli”, oppure “Siamo arrivate in ritardo ma ci è piaciuto! Grazie per il caffè che ci stai facendo”. Lo scrivono gli spettatori su un quaderno appoggiato ad una sedia a poca distanza dallo spazio scenico, qualche metro di selciato limitato da cuscini, ma la gente si siede volentieri per terra. Di fronte, illuminato da tre lampade a gas che ondeggiano per l’incipiente temporale, c’è l’autore ed attore Marco Gobetti, che ha inventato, primo al mondo, il «Teatro Stabile di Strada». Recita un suo pezzo che non ha nessuna affinità con il concetto usuale di teatro di strada, è un assolo surreale, un saltabeccare tra fittizi ricordi; alla fine, tra le parole, si scorgono le ombre delle torri gemelle. «Il replay lo riportava su! Non c’è dignità!». Dopo, Marco offre il caffè a chi lo vuole, chiacchiera; il pubblico si ferma e lo ricompensa, «a cappello», cioè con un’offerta libera deposta nel copricapo rovesciato. Una sera uno spettatore coraggioso lo ha addirittura riparato dalla pioggia, consentendogli di terminare la pièce.
E’ protetto da copyright, ma è l’unico aspetto ufficiale di una geniale avventura, alla seconda «stanzialità» da oggi a lunedì (ore 21.30) in piazza San Giorgio a Chieri. Marco Gobetti, della compagnia Barrito degli Angeli, replica il monologo Voglio un pappagallo – Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo. Una pacifica rivoluzione nello stantio mondo del teatro. Deriva dall’esigenza di un teatrante che vuole raggiungere un pubblico più vasto possibile, diverso per estrazione sociale ed età, libero di partecipare. «Obiettivi impossibili da raggiungere grazie alla sola distribuzione consueta», spiega. Allora, con un carretto che porta l’esangue scenografia, rivolgendosi ai comuni ai quali chiede, nello spirito del progetto e in un’ottica di mecenatismo illuminato, vitto e alloggio (chiede, non pretende), Marco è partito, ha recitato per due settimane accanto al Duomo di Torino, anche durante i Mondiali, incontrando sempre qualcuno curioso di sentirlo. “Alla base – spiega – c’è la motivazione artistica di accrescere la mia esperienza, potenziando lo scambio di energie, recuperando l’antica figura dell’attore costretto a lavorare sempre per nuovi interlocutori. Il pubblico della strada è in sommo grado partecipe, può permettersi di guardarti negli occhi, tu non sei protetto dal palco o dai fari: volevo anche provare il mio coraggio”.
Marco Gobetti non millanta, è un professionista (sarà all’Out-Off di Milano in autunno con un altro monologo), recita attualmente con la compagnia Leart’ diretta da Leo Muscato (in Nati sotto contraria stella). Il «Teatro Stabile di Strada» l’ha creato anche in omaggio ad un rimpianto maìtre a penser, traduttore e docente, Gian Renzo Morteo, che credeva in un teatro incentrato sull’attore e scriveva: «Essere ascoltati: una conquista, non un presupposto, tanto meno un diritto». Il «Teatro Stabile di Strada» sarà a settembre ad Asti e Alba, per sperimentare città di varia dimensione. Il primo municipio a sposare in toto il progetto è Montelupone, in provincia di Macerata, dove Voglio un pappagallo sarà rappresentato a fine agosto, con vitto ed alloggio garantiti dall’ente. Lo «Stabile di Strada» ha anche il merito di smontare un pregiudizio: non è sempre vero che il teatro costa, c’è un’offerta ampia per tutte le tasche, serve solo il desiderio di scoprirla. Perché il copyright? «Mi sembrava un salto nel vuoto e mi premeva ratificarne la nascita con un marchio, anche per confortarmi. Mi sono accorto poi che, grazie soprattutto alla stampa e ai mezzi telematici, non ero solo». Anzi.
Marco Gobetti e il suo pappagallo sono anche su internet: www. ilbarrito. it/vogliounpappagallo.htm

Maura Sesia La Repubblica, 29 luglio 2006

Commenti del pubblico

Dal quaderno degli spettatori

– Bello. Grazie.
– Complimenti!
– Braverrimo! 🙂
– Molto bello, mi è tornato il sorriso dopo una brutta esperienza..
– Bellissima idea ed esperienza..
– (Bene, bravo bis… è scontato ma… L’idea vale ed interessa molti) Complimenti.
– L’uomo gruccia è davvero "terrificante".. nella sua dignità. Bravo!
– Complimenti, suggestivo!
Quaderno degli spettatori, 3 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– Strano come spettacolo, poca la gente, suggestiva la cornice, un’esperienza interessante
Quaderno degli spettatori, 5 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– Veramente fantastico!!
– Fantastico! Lunga vita a questo spettacolo!
– E’ il teatro che preferisco: bravo!
– Il teatro di strada è vero teatro.
– Grazie per queste serate
– … E’ una bela cosa fa piasì scultela voli che t’la cunta… insostituibile alternativa per chi vuole andare a teatro e ha dei bimbi piccoli!
Quaderno degli spettatori, 7 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– A volte è meglio spegnere la luce… davvero!
– Non c’è dignità!
Quaderno degli spettatori, 10 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– Sei davvero in gamba… ti ammiro! Forse sei pazzo.
Quaderno degli spettatori, 11 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– E’ molto interessante il tuo racconto, c’è molto realismo. Auguri!
– Siamo arrivate in ritardo. Ma ci è piaciuto! Grazie per il caffè che stai facendo.
Quaderno degli spettatori, 12 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– Sono arrivata in ritardo ma tornerò!! Buona fortuna…
– Sono il ragazzo che è stato fino dall’inizio! Bravo! Sempre così. Il replay lo riportava su!
Quaderno degli spettatori, 14 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– Meraviglioso!
– Bellissimo!
– AAAA. Averlo un pappagallo… non come testimone ma più come sostegno… bello bello bello!
Quaderno degli spettatori, 15 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– Sei davvero bravo! Così di rado si vede il teatro! Complimenti anche per il testo: bellissimo. Grazie!
– Sei coraggioso, sicuramente spronato dalla grande passione per il teatro. Ti auguro di raggiungere ciò che desideri. Merde!
– In una nuova terra
con un nuovo vento
il teatrovita che mi manca.
Grazie
Quaderno degli spettatori, 16 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– Molto molto bravo
– Che dire? Come sempre il coraggio, la passione e la bellezza delle tue storie e dei personaggi toccano nel profondo. Grazie! P.S. Il progetto è una forza
– Coraggioso, affascinante progetto, spero la contaminazione continui e cresca, il teatro ne ha bisogno, oltre che la gente.
Quaderno degli spettatori, 17 luglio 2006 – Piazza san Giovanni, Torino

– Continua così!!!
– Congratulations for your stanishing performance. Good luck!!!
– Bello, geniale l’idea
– Le storie a merita sempre cunteie, grazie per una piacevole serata
– Bellissima serata, ok!!!
– Una sensazione di confusione e dei momenti di folgorante verità. Grazie
– E’ bello ritrovarsi
– In questa magnifica piazza (che non conoscevo) una bellissima sera d’estate. Complimenti per il testo e le graziose "idee di contorno" (cuscini, caffè ecc.).
– Un attimo di ossigeno, di svago; un sorriso può sicuramente rasserenare giornate buie e pesanti, un solo sorriso. Grazie!
– Il tempo scivola fra le nostre dita
e ogni giorno che passa è un pezzetto di vita
e stasera un pezzetto l’abbiamo diviso con te
grazie per lo spettacolo e per il caffè.
– Siamo alla vigilia di un cambiamento… Grazie!
Quaderno degli spettatori, 29 luglio 2006 – Piazzetta san Giorgio Chieri (TO)

– Lo spettacolo non è ancora iniziato. Si respira l’aria dell’attesa, brusii di persone, abbracci di innamorati e tu, Marco, osservi. Ti ho sorriso, mi hai salutato… non ci conosciamo, non ti ho mai visto, non ti ho mai sentito parlare prima di stamane… Ho già una grande stima di te… un uomo che decide di essere uno stabile ambulante è già un sogno!
– Grazie per la storia… ciao!
– Il peccato di esistere
urla e chiama
le storie dicono
nel blu colore
di vite da ascoltare
– Un’ottima tenuta scenica e partecipazione sentita nel raccontare la storia del personaggio. Complimenti!
Quaderno degli spettatori, 30 luglio 2006 – Piazzetta san Giorgio Chieri (TO)

– Molto bravo! Complimenti
– Ottimo! Complimenti! Tenetemi informato
– Complimenti. Voglio anche io un pappagallo.
– Originale, non avevo mai assistito a nulla di simile.
– Alla fine pazzamente originale. complimenti per gli ombrelli. P.S. Oggi non ha piovuto. Ti è andata bene.
– Semplicemente inquietante… spero che il pappagallo sia volato via.
– Non capisco gran che di teatro, ne sono rimasta confusa. Però mi è piaciuto molto. alla fine ne sono rimasta sconcertata. bravo!
– "Che senso avrebbe la vita senza emozioni?" …Ed è ciò che tu fai!
– Perché una città sia viva, dovrebbe avere ogni sera spettacoli così. Speriamo di non dovere morire anke noi giorno dopo giorno. Grazie
P.S. Ti odio perché stasera sognerò: voglio un pappagallo da appoggiarmi…
Quaderno degli spettatori, 31 luglio 2006 – Piazzetta san Giorgio Chieri (TO)

– Sono un “vecchio teatrante” degli anni cinquanta; ho molto apprezzato la tua bella “favola” di cui ho compreso la… morale!… Auguri
– Complimenti bellissimo spettacolo. Ti lascio la mia e-mail (siamo di Fano)
– Caro Marco ho messo 5 euro. Mi devi 5 caffè al bar.
– Anch’io mio caro “folle” amico. P.S. Sei bravissimo
– E a me un’aranciata!
– Io sono amico tuo. Tu sei amico mio.
– Ciao, piacere di averti conosciuto (mitico!) “attore di strada”. In bocca al lupo!!! …continua a raccontare le tue storie!
– Poi ti racconterò il mio sogno…
Quaderno degli spettatori, 25 agosto 2006 – Via XX Settembre (piazza de lo pozzo), Montelupone (MC)

– Bravo Marco! Evviva Marco!
– Grazie
Quaderno degli spettatori, 26 agosto 2006 – Via XX Settembre (piazza de lo pozzo), Montelupone (MC)

– Ciao Occhi di luce!
Quaderno degli spettatori, 27 agosto 2006 – Via XX Settembre (piazza de lo pozzo), Montelupone (MC)

Da internet

“A un certo punto si frattura la limpidezza della notte torinese, ed in un nocciolo silenzioso di strada succede un minuscolo miracolo di teatro.
Una scenografia essenziale, che già le luci ti rendono conosciuto come teatro quello che hai davanti, imprevedibile perchè creata dal vento che soffia come conscio dei momenti di pathos, azzerando le fiammelle delle lampade a gas concorde al regista, sembra.
Un attore che si trasforma sotto i tuoi occhi, senza sipario a nasconderti l’incantesimo, e per un’ora parla e trema di spalle e interrompe e riprende i discorsi tessendo una tela incomprensibile fino all’ultimo minuto (e anche là, intuita più che capita davvero, e questo ne è un bello ulteriore)
Uno che s’è inventato l’idea di mettere tre lampade a gas per strada e recitarci sotto, in un angolo silenzioso di pietre e bianco accanto al Duomo di Torino
Scandendo i momenti scenici con il battito di rumori costanti e continui, fastidiosi nella mancanza di cupezza, come un cuore di plastica rotto
E alla fine, mantenere, dentro quel nodo di inusuale, il rito dell’uscita e rientrata da una quinta che non c’è, solo due gradini a farne simulacro, eppure rispettiamo, noi e lui, la consuetudine dell’applauso tradizionale, l’attore che esce di scena, rientra, esce ancora, entra ancora, e poi ti alzi da terra e gli vai a stringere la mano
Si chiama "Teatro Stabile di Strada®". Succede tutte le sere di questa settimana alle dieci.
Io me l’andrei a vedere, fossi in voi.
Dopo ti offrono il caffè, se il calore della lampada a gas basta a farlo uscire”.

http://k.splinder.com/ Scritto martedì, 04 luglio 2006 alle 00.13

“Venerdì sera stavo facendo una passeggiata, in centro, a Torino. Erano da poco passate le 22, da Piazza Castello mi sono mossa verso Palazzo Reale. L’aria era fresca. Ho pensato di passare dov’è il Duomo. Faccio per andare in quella direzione, giro l’angolo e mi trovo di fronte a uno spettacolo suggestivo. Le ombre della sera erano ormai scese sulla città. Un ragazzo siede davanti a un muro. La scenografia è essenziale: la sedia, un attaccapanni su cui è posto un vestito, 4 riflettori puntati sull’attore. intorno un piccolo pubblico seduto su dei cuscini posti sulla piazza. Mi fermo affascinata per sentire la storia di Mattew Smith un giovane orfano perseguitato dal sogno della madre e del nonno, di un libro di cui non riesce a leggere il titolo. Le persone che lo adottano vorrebbero farlo smettere di sognare. Lui fugge e inizia una nuova vita in America. Lo accoglie una ricca famiglia, diventa amico di Vincent. Si rende conto che cantando "Voglio un pappagallo, voglio solo un pappagallo da tenere sulla spalla che mi sia da testimon" può ottenere tutto quello che vuole. Diventa il leit-motiv della serata questa canzone a cui ogni volta Matthew aggiunge una strofa. La vita del ragazzo diventa difficile quando si trova, per una serie di coincidenze, a dover fuggire.Colpevole? Per molti si è colpevole. Prossima tappa Torino e il Piemonte, qui Matthew tra passato e presente cercherà risposte su chi gli sta intorno, su quel sogno mai finito. Fino a che per capire si dovrà di nuovo spostare vivendo così un finale sorprendente.
Lo spettacolo è fatto anche di ombre e luci, proiettate sul muro. E’ bello, dura 1 ora e ti tiene incollata sul posto con la voglia di sapere come andrà a finire. Una storia surreale, misteriosa e quasi fosca che a tratti diventa rosa. L’attore cattura l’attenzione del pubblico con una recitazione coivolgente a più voci. A tratti si frappone l’intermezzo di un bambino a cui un anziano, forse lo stesso Matthew, vuole raccontare una storia e un caffè che non arriva mai a ebollizione. Sono arrivata in ritardo,ho perso i primi 10 minuti, mi è piaciuto molto lo stesso, assistere a uno spettacolo, così nel mezzo di una città, con gente che passava e sbirciava la scena incuriosita per poi proseguire la passeggiata. Mi è sembrato di fare un viaggio, per qualche minuto non essere più lì ma a New York, conoscere i bizzarri personaggi che con pochi tratti precisi venivano descritti, tali da vederteli quasi comparire davanti mentre la notte si stendeva su Torino. Poi è giunta l’ora di tornare a casa, il sogno è finito e mi ha lasciato un bel ricordo.
Teatro Stabile di Strada. Lo spettacolo è organizzato in Piazza San Giovanni, di fianco al Duomo, ogni sera alle 22 fino al 17 luglio. E’ possibile fare un’offerta a piacere, non obbligatoria”.

http://pinky06.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/torino_da_vivere/index.html Scritto il 12 luglio 2006 alle 00:27

Intervista di Daniela Arcudi all’indirizzo http://klp.splinder.com/post/8889618/Intervista%3A+Marco+Gobetti

Via e-mail

***

Data: martedì 1 agosto 2006 23.04

Oggetto: da una spettatrice

Gent.issimo sig. Marco Gobetti,

le invio un testo come apprezzamento del suo spettacolo: domenica sera ho potuto scrivere sul quaderno solo una breve frase, anche poco lucida. Spero le faccia piacere sapere che il suo spettacolo stimola riflessioni e bussi al nostro io.

Grazie ancora.

San Giorgio e il “Pappagallo" (Cercando la libertà)

(dopo lo spettacolo “Voglio un pappagallo” Piazzetta San Giorgio – Chieri – 30 luglio 2006)

Solo
mendico di ascolto
medita
sui gradini della chiesa
che attende calda e severa
il tempo trascolorare
nella sera.

Poi nell’arcano crogiuolo della strada
pelle fattasi chiara
musa di
cantastorie e crocchi di donne
bambini ridenti e uomini dopo la messa
lui
voce di ombra e luce
il peccato di esistere
urla e dipana
col segno e col suono
nell’illusione della piazza.

Guizzano storie
barbagli di memorie sfrangiate,
filtrano ieri
follie e inconscio dell’oggi,
scoppiano silenzi
vasi nel moltiplicarsi delle voci,
si confondono figli e padri
specchio di molteplici io,
si leva senz’ali la paura d’amare
inafferrabile oscuro male del pianeta,
s’aggrumano solitudini
forme di salvazione
nell’indefinita odierna fatica,
trapelano nella memoria e
nell’oblio
forse una ragione,
un perdono:
il testimone del sogno
il flash dell’incontro
il ritmo di nudi fotogrammi
il gioco dell’infanzia
il sangue dei fiori aperti all’afa
il canto del pappagallo blu
il tutto si mescola e
lega
con labbra di cielo e niente
rintocchi e falene
vento d’oriente e
spazi al di là di quello
mente e anima
certezze e nulla
occhi e vite di chi
passa e ancora spera.

Carla

***

Maggiori informazioni:

Compagnia Il Barrito degli Angeli – Marco Gobetti –
http://www.ilbarrito.it/marcogobetti.htm

marco.gobetti@ilbarrito.it
tel 339.4801713 – fax 1782268488

3 Responses to “Teatro Stabile di Strada”


  1. […] ______________________________________________ VAI ALLA SCHEDA: https://arstuavitamea.wordpress.com/artisti/teatro-stabile-di-strada/ ________________________________________________ Posted by Stefano Mavilio Filed in art, Teatro, theatre, Art & Entertainment, Arte & Cultura, attori, Attori e attrici, torino, Ars Tua Vita Mea […]

  2. Prolan Says:

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